E’ morto Fernando Pucci l’ultimo compagno di merende di Pacciani

Il decesso è avvenuto in un ospizio di San Casciano per cause naturali. La sua testimonianza sul duplice omicidio di Scopeti confermò il racconto del Lotti. Venne ritenuto attendibile anche se oligofrenico.

E’ morto Fernando Pucci l’ultimo compagno di merende di Pacciani

Fernando Pucci, l’ultimo dei “compagni di merende”, è morto a 86 anni a San Casciano: è stato il teste alfa durante il processo contro Pietro Pacciani, Mario Vanni e Giancarlo Lotti. Pucci è deceduto domenica scorsa in un ospizio per cause naturali, si è preferito darne la notizia a funerale avvenuto.

La sua testimonianza risultò fondamentale per il duplice omicidio di Scopeti, l’ultimo del mostro avvenuto nel 1985. Pucci, affetto da deficienza mentale, venne comunque considerato attendibile durante il giudizio. Chiamato in causa da Lotti, confermò la presenza di Pacciani e Vanni sul luogo del delitto: disse di aver visto Pacciani con la pistola su un lato della tenda dei francesi, Vanni con un coltello su un altro lato.

Lotti e Vanni sono stati condannati in via definitiva. Pietro Pacciani, invece, è morto in attesa di giudizio, dopo una condanna in primo grado, un’assoluzione in appello e un annullamento della Cassazione.

Le indagini sul mostro di Firenze, di fatto, non si sono mai arrestate. L’anno scorso la Beretta calibro 22 è tornata a far parlare di sè: un turista ha rinvenuto nei pressi del torrente a Madonna dei tre fiumi a Ronta, nel Mugello, un’arma della stessa tipologia. La zona in questione è una di quelle ove l’assassino aveva colpito maggiormente. Le indagini sui mandanti dei delitti, probabilmente appartenenti a ceti alti, sono riprese due anni fa.

Il caso del Mostro di Firenze è probabilmente la storia omicidiaria più complessa e misteriosa della Storia Italiana. La teoria proposta nel libro “Dolci colline di sangue” scritto dal giornalista Mario Spezi, che ha seguito da vicino tutta la vicenda approfondendola più di chiunque altro, coniando l’espressione “Mostro di Firenze”, è fra le più verosimili.

Il romanzo, scritto a due mani con l’americano Douglas Preston, illustra da un punto di vista diverso la storia degli 8 duplici omicidi consumatisi sulle colline fiorentine. Spezi conclude il libro con il resoconto dell’intervista effettuata con la persona che, secondo la loro ipotesi, è il responsabile dei delitti del Mostro di Firenze.

La teoria di Spezi, condivisibile o meno, è sicuramente molto più verosimile di tante altre tesi che hanno tentato di chiudere questa storia con un giudizio parziale.

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