Disastro di Ustica: dopo 36 anni nuove clamorose verità

Dopo 36 anni dal disastro aereo di Ustica, emergono nuove clamorose verità che riguardano l'ufficiale dell'Aeronautica Militare, Mario Ciancarella, radiato nel 1983 con un decreto presidenziale.

Disastro di Ustica: dopo 36 anni nuove clamorose verità

Il disastro aereo di Ustica, del 27 giugno 1980, è una vicenda complessa da raccontare, summa di tante storie, di chi è rimasto vittima e di chi – a vario titolo e misura – è stato spettatore inerme di quella immane tragedia.

Agli 89 morti, vittime dell’incidente, si aggiungono le tante, troppe, morti anomale di chi ha avuto un ruolo o è venuto a conoscenza di qualche elemento sensibile che riguardava proprio ciò che accadde veramente nei cieli italiani quella sera di giugno.

Tra queste “morti anomale“, si possono annoverare, per esempio, quella del capitano Marcucci, deceduto alla guida di un aereo antiincendio circa dodici anni dopo, ma soprattutto dopo essersi messo contro l’Aeronautica, ed ancora, quella di Mario Dettori, morto anch’egli in circostanze misteriose molti anni dopo la strage.

Ma a questi, purtroppo, se ne aggiungono tanti altri, tra cui anche Mario Ciancarella che, invece, fu radiato dal corpo militare per cui prestava fino a quel momento onorato servizio. A distanza di 36 anni, l’unica cosa certa che si è riusciti ad appurare è che qualcuno ha falsificato la firma dell’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, apposta sul decreto presidenziale di radiazione.

A distanza di tutto questo tempo, il ministro della Difesa Pinotti ha fatto sapere che intende reintegrare Mario Ciancarella nel ruolo che gli fu tolto, impropriamente, da chi – probabilmente – ha voluto mettere a tacere tutti coloro che potevano raccontare verità scomode su ciò che accadde quella sera nei cieli italiani.

Cose che, in parte, anche lo stesso Ciancarella rivelò, raccontando ciò che gli venne detto dai suoi stessi colleghi ai radar quel 19 giugno: secondo questi ultimi, si era sfiorata una vera guerra nei cieli, e a colpire il DC9 furono – per sbaglio – proprio gli italiani. Una tesi ripresa anche in diverse pellicole cinematografiche, che – nel corso di questi anni – hanno cercato di dar voce a chi non poteva parlare, a chi non c’è più, ma soprattutto a chi cerca ancora la verità.

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