Digital detox: proposta di un giovane parroco nel padovano

Una sorta di disintossicazione digitale è la proposta di don Andrea Tieto per questa settimana di quaresima. Sarà una scelta libera perché: "È inutile e controproducente pretendere da se stessi cose insostenibili".

Digital detox: proposta di un giovane parroco nel padovano

La proposta di un digiuno diverso, non da cibo come si è soliti pensare, ma dallo smartphone e dai social network per una settimana, arriva dal parroco di Tribano, in provincia di Padova. Don Andrea Tieto propone il “digital detox” non come una rinuncia, ma come un vero e proprio “esercizio di libertà” che successivamente si potrà raccontare e condividere. 

Ogni settimana di quaresima il sacerdote lancia una “proposta per coraggiosi“. La scorsa settimana, quella del mercoledì delle Ceneri la proposta era caduta sul tradizionale digiuno dai cibi. Ora propone il digiuno da smartphone e social, tenendoli spenti durante qualche ora del giorno, in particolare durante la cena. Nessuno è obbligato ad accogliere questa sfida, afferma don Andrea e chiarisce che è “un esercizio difficile per molti eppure liberante come pochi. Scegliete voi fino a che ora tenerlo spento, a seconda della vostra sensibilità e di quello che pensate di riuscire a sostenere. È inutile e controproducente pretendere da se stessi cose insostenibili che poi non funzionano e generano solo frustrazione e poca voglia di riprovare”.

L’iniziativa pare che poi possa avere un proseguo nella condivisione, non per dimostrare le proprie capacità, secondo don Andrea “ma perché possano ispirare nel bene anche altri!”. In chiesa, accanto al crocifisso che occuperà un posto centrale, ci sarà una cassettina per raccogliere le voci di chi ha aderito alla proposta e vuole raccontare la propria esperienza. 

I racconti verranno raccolti e qualcuno, non firmato, troverà spazio sul notiziario di Pasqua. Rompere il “digital detox“, per postare il racconto della propria esperienza sulle pagine Facebook della parrocchia o di don Andrea, fa parte dell’iniziativa. Resta un punto interrogativo: capire quanti parrocchiani avranno il coraggio di mettersi alla prova.

Secondo don Andrea, che cercherà di dare per primo l’esempio, la dipendenza digitale abbraccia tutta la nostra vita. Il telefono è sempre a portata di mano, spesso mentre qualcuno ci parla non lo guardiamo più in faccia perché intenti ai messaggini o altro. Il sacerdote pensa che con probabilità un giorno leggeremo l’avviso “usa lo smartphone responsabilmente“, così come avviene per gli alcolici.

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