Di Stamina non c’è niente: rapporto choc dopo le analisi dei Nas

Rapporto choc dei Nas sul metodo stamina: non ci sono cellule staminali nella sostanza infusa ai malati

Di Stamina non c’è niente: rapporto choc dopo le analisi dei Nas

In questi giorni infuriano le polemiche sul “metodo stamina” con l’evolversi di una battaglia che vede contrapposti comitati di familiari di malati che vedono nel metodo una nuova frontiera della speranza e il ministero della salute che dopo vari pareri di esperti ha deciso di sospendere la cura ai malati in quanto inutile, perché di cellule staminali non c’è traccia, e forse dannosa.

Ma la notizia choc arriva dai verbali dei Nas e dai pareri del comitato ministeriale di esperti dai quali emergerebbe che le infusioni usate per curare malattie neuro degenerative, come Sla o Sma1, non contengono, se non in tracce infinitesimali, alcuna cellula staminale. Dalle relazioni traspare poi la preoccupazione di possibili effetti collaterali come il rischio di trasmissione di malattie infettive, Hiv in testa, per assenza di controlli delle cellule del donatore e addirittura di Bse, meglio nota come sindrome da mucca pazza, in quanto la coltura delle presunte cellule staminali conterrebbe siero fetale bovino proveniente da allevamenti non certificati.

Nella sostanza infusa si sarebbero poi trovati antibiotici, il cui uso non è giustificato, e tracce di detriti di tessuti che potrebbero provocare micro embolie polmonari e cerebrali. La chiusura degli Spedali civili di Brescia, dove venivano fatte le colture cellulari, sarebbe stata effettuata in via precauzionale per consentire ulteriori controlli e verifiche.

C’è poi la questione fondamentale dell’assenza di cellule staminali midollari nell’infuso. Secondo la descrizione contenuta nella richiesta di brevetto presentata da Vannoni negli Stati Uniti le cellule contenute nella sostanza iniettata si trasformerebbero in cellule neuronali in grado di riparare i danni delle malattie neuro degenerative dopo solo un’ora di coltura in acido retinoico. All’Istituito Superiore di Sanità, secondo un altro verbale, ci avrebbero provato prima con una coltura di due ore e poi addirittura di ventiquattro ore, ma alla fine, nella coltura, non c’è traccia di cellule neuronali.

La figura di Davide Vannoni, laureato in Lettere e Filosofia, in questi giorni di dibattito appare controversa, soprattutto dopo il parere negativo degli USA alla sua richiesta di brevetto per il metodo stamina.

La vicenda ricorda molto quella del metodo Di Bella, con una sperimentazione avviata sotto la spinta della piazza e conclusa per mancanza assoluta di evidenze scientifiche di guarigione dei malati.

Un altro caso sul filo del rasoio tra speranza ed illusione.

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