Costa Concordia, avviate le operazioni di recupero del relitto

Al via i lavori per il disincaglio della crociera, per consentire la rotazione dello scafo e la messa in sicurezza della nave. Le operazioni dovrebbero durare 12 ore

Costa Concordia, avviate le operazioni di recupero del relitto

Sono iniziate stamane le operazioni di parbuckling della Costa Concordia, ovvero la rotazione del relitto con cui si tenterà di raddrizzare la nave da crociera naufragata il 13 gennaio del 2012 vicino alle coste dell’Isola del Giglio.

Le operazioni, inizialmente programmate per le 6 ma rinviate dopo la pioggia della notte, sono coordinate dal capo della Protezione Civile Franco Gabrielli e dovrebbero durare 12 ore. Dopo la fase di disincaglio della nave dai due speroni di roccia che hanno penetrato lo scafo, i martinetti dovranno fare in modo che le funi che avvolgono il relitto si accorcino, e i galleggianti giganteschi che affiancano la nave dovrebbero far emergere per intero lo scafo. Tutto ciò dovrebbe consentire il riequilibrio dei pesi e la rotazione dello scafo. L’operazione di recupero del relitto terminerà quando sarà la nave sarà appoggiata sul fondale `artificiale´ a 30 metri di profondità. A quel punto la nave dovrà essere messe in sicurezza. «Solo allora – ha detto Gabrielli – si consentirà la ricerca dei due corpi dispersi’’, Maria Grazia Trecarichi e Russel Rebello, «affinché le famiglie possano riavere i loro cari».

“Difficile fare previsioni precise sui tempi”, spiega Franco Porcellacchia, responsabile del progetto di rimozione, “ma si possono ipotizzare 1-2 ore per la prima fase di distacco della nave dalle rocce; 4-5 ore per la seconda fase di accorciamento delle funi; altre 4-5 ore per la terza fase di zavorramento nei cassoni. Per un totale, appunto di circa 10-12 ore”.

Un altro aspetto che viene costantemente tenuto sotto controllo è quello ambientale: la fuoriuscita di liquidi dall’interno della nave, una volta liberata dagli scogli su cui è appoggiata, potrebbe infatti rallentare la rotazione. Al momento comunque, stando ai dati ufficiali, non risultano problemi di questo tipo, così come non sono stati rilevati gas nell’atmosfera. “Che vi sia un’emissione di H2s, cioè gas prodotti dalla decomposizione di materiali organici, è una possibilità – ha confermato il responsabile del progetto per la Micoperi, Sergio Girotto – ma al momento non abbiamo rilevato nulla di tutto ciò”.

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