Cosenza: tre morti e 500 anni di storia andati in fumo

Otto anni di denunce alla Procura inascoltate per l'occupazione abusiva di un appartamento, e le condizioni di degrado in cui vivevano i tre - al centro di Cosenza - in uno stabile in cui era ospitata la biblioteca della famiglia Bilotti Ruggi D'Aragona.

Cosenza: tre morti e 500 anni di storia andati in fumo

La storica biblioteca della famiglia Bilotti Ruggi D’Aragona di Cosenza e il suo inestimabile patrimonio sono andati in fumo in un rogo che ha provocato anche la morte di tre residenti abusivi dello stabile dalla cui abitazione si sono sviluppate le fiamme. Due delle vittime dell’incendio pare da tempo fossero note ai servizi sociali della città e al locale centro di igiene mentale. Erano state in cura, e da tempo venivano monitorate, probabilmente – però – non a sufficienza. Insomma, una tragedia annunciata.

Pare che l’allarme sia stato dato a seguito delle urla della donna, poi imprigionata per sempre nell’incendio, ma pare anche che l’arrivo dei soccorritori sia stato tardivo e che le fiamme, ormai alte, divorassero velocemente e progressivamente il palazzo. Si aggiunge a questo la polemica per la cronica carenza d’ acqua che affligge la città e la difficoltà, forse, di riempire le pompe per i vigili del fuoco.

Le prime immagini diffuse raccontano di una distruzione totale e, nemmeno in minima parte, recuperabile. Distrutta la prima stampa del “De rerum natura iuxta propria principia”, l’opera più importante del filosofo Bernardino Telesio, e distrutti anche manoscritti e pergamene originali di Telesio, Parrasio, Quattromani e Bernardino Bombini, oltre a 8 pergamene originali del ‘400 – su Cosenza -scritte in gotico.

Il sindaco Mario Occhiuto ha proclamato il lutto cittadino per le tre vittime dell’incendio dei cui funerali si farà carico l’amministrazione comunale, che ora si dice affranta ma che – per bocca del sindaco, Occhiuto – afferma che “la problematica che investe il centro storico è molto ampia e complessa e anche se noi stiamo intervenendo, ci vorranno decenni per invertire un processo di abbandono e di degrado che è iniziato da un secolo”.

Tale tragedia non può lasciare indifferenti ma, adesso, si invita al silenzio e al rispetto della morte. Ci sarà il giusto tempo per le polemiche ma, soprattutto, per le indagini.

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