Cause di lavoro: Milano più rapida di Francia e Germania

Al Tribunale del Lavoro di Milano, la durata media di una causa civile di primo grado è pari a 144 giorni. Considerando le altre realtà sia italiane che europee, quello del capoluogo lombardo è quasi un record continentale.

Cause di lavoro: Milano più rapida di Francia e Germania

L’eccessiva durata dei processi è uno tra i più grandi limiti della giustizia italiana. Non di rado si apprende di processi il cui svolgimento si è protratto per decenni, con sentenze giunte quando le parti coinvolte erano già da tempo passate a miglior vita. È inutile ricordare che fattispecie di questo genere minano quello che dovrebbe invece essere un caposaldo della giustizia stessa, ovvero la certezza del diritto.

Eppure anche nel nostro Paese esistono delle eccezioni a dir poco sorprendenti. È questo il caso del Tribunale del Lavoro di Milano, dove per iniziare e concludere un procedimento di primo grado sono sufficienti meno di cinque mesi. In media una causa civile di primo grado intrapresa nel capoluogo lombardo dura 144 giorni, a fronte di una media europea pari a 237 giorni.

Il dato è di gran lunga migliore non solo della media nazionale, ma anche di quanto fatto segnare da alcuni dei Paesi considerati più virtuosi come Francia e Germania. Alla luce di queste considerazioni, è quindi lecito sostenere di essere di fronte ad un vero e proprio record continentale.

A tal fine è sufficiente ricordare come nel 2014 una ricerca statistica elaborata dal Cepej – la Commissione per la valutazione dell’efficienza della Giustizia del Consiglio d’Europa – abbia evidenziato come in Italia la media per un giudizio di primo grado superi l’anno e mezzo. Il dato del nostro Paese è quindi doppio rispetto alla media registrata in Europa, e triplo se paragonato a quello della Germania.

Secondo Piero Martello, presidente della sezione Lavoro del Tribunale di Milano, quella meneghina “è una felice anomalia che dura da tempo”. A chi gli chiede cosa si nasconda dietro a questa eccellenza, il magistrato non ha avuto dubbi a sostenere che sia necessario “organizzare bene le risorse a disposizione, non solo i togati ma anche il personale amministrativo e la struttura. Grande capacità di lavoro dei giudici e della cancelleria. Ottimo uso del processo telematico. E poi grande collaborazione degli avvocati giuslavoristi milanesi, che cooperano nella non dilatazione dei tempi, anche perché la celerità è la prima tutela dei diritti di entrambe le parti, anche quella destinata a perdere la causa”.

Il team di giudici presieduto da Martello risolve annualmente un numero di cause superiore alle nuove che vengono intraprese. Con il loro ritmo la parola “arretrato” non ha proprio senso di esistere. Un risultato di tutto rispetto, soprattutto se consideriamo che il loro organico di soli 21 giudici è nettamente inferiore ai 57 di Napoli o ai 64 di Roma

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