Caso sospetto nella provincia di Ancona. E’ malaria, non ebola

La donna nigeriana aveva accusato sintomi tipici dal contagio del virus ebola. I medici marchigiani però affermano: “Si tratta di malaria”. Adesso la signora si sta sottoponendo a un trattamento specifico

Caso sospetto nella provincia di Ancona. E’ malaria, non ebola

La 42enne africana, sospettata di aver contratto l’ebola, era tornata da poco in Italia, dove è residente a Civitanova Marche (Macerata) da ormai parecchi anni. Partita a fine agosto, si è trattenuta in Nigeria, a Lagos e Benincity, per poco più di una settimana, giusto il tempo di visitare i parenti e sottoporsi a un piccolo intervento chirurgico.  Di nuovo in Italia però, aveva cominciato a soffrire di vari disturbi. Febbre alta, vomito, nausea, dolori muscolari. Ieri si è recata all’ospedale del suo paese, da dove è stata poi trasferita nella divisione malattie infettive degli” Ospedali Riuniti” di Ancona. I medici infatti, visto il paese dal quale proveniva, pensavano subito si trattasse di Ebola, il virus che provoca febbre emorragica e porta molto spesso alla morte, che sta mietendo migliaia di vittime in Africa. Subito viene messo in atto il protocollo di allerta per la verifica di casi sospetti: la donna infatti ha fatto ritorno in Italia da solo una settimana, quando il periodo massimo di incubazione del virus è di 21 giorni.

Ai medici aveva detto di non aver avuto contatti con persone infette. Arriva poi  l’esito delle analisi, effettuate attentamente nell’ospedale di Torrette e reso quindi noto dalla divisione degli “Ospedali Riuniti”, che scongiura il contagio di febbre emorragica, ma mette i medici di fronte l’arrivo di un caso malaria. “La notizia è una di quelle che non vorresti mai sentire e tantomeno trovarti a gestire. Il caso è venuto fuori proprio perché da noi c’è un protocollo rigoroso” afferma Almerino Mezzonali, assessore regionale alla salute. In ogni caso, ancora non si esclude il contagio del virus ebola,  seppure il rischio sia minimo poiché, come spiega Marcello Tavio, primario della divisione delle malattie infettive:La presenza di malaria riduce enormemente le probabilità di ebola e che le infezioni siano concomitanti. La possibilità che siano compresenti è teorica, ma per escludere con certezza la presenza del virus ebola bisogna attendere l’esito delle analisi da Roma che arriveranno nelle prossime ore. Sicuramente per domani mattina avremo il chiarimento del caso, entro 24 ore dal ricovero. Il protocollo usato, elaborato a livello regionale, si è dimostrato efficace e siamo molto soddisfatti”.

Per ulteriori chiarimenti, bisognerà aspettare i risultati delle analisi in corso allo Spallanzani, nella Capitale. Continuano comunque gli sforzi dei paesi occidentali per combattere contro l’epidemia di ebola che sconvolge il continente africano. Già solo in Liberia sono 160 gli operatori sanitari che hanno contratto il virus. Ban Ki – Moon, segretario generale dell’Onu, chiama all’appello Barack Obama, presidente degli Usa e lo invita ad incrementare gli aiuti nei confronti dei paesi africani.

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