I Bulgari a Gentiloni: nel loro rapimento del 1983 lo stato fu assente

Anna Bulgari Calissoni e il figlio Giorgio scrivono una lettera al ministro degli Esteri dove disapprovano la differenza di trattamento sul loro sequestro rispetto a quello per Greta e Vanessa. I due furono rapiti nel 1983

I Bulgari a Gentiloni: nel loro rapimento del 1983 lo stato fu assente

Il rapimento di Greta e Vanessa e soprattutto il suo epilogo suscita ancora tante polemiche e critiche, ma non tanto per il ritorno delle ragazze, quanto per il trattamento riservato alle due giovani. A questo proposito il Corriere della Sera ha pubblicato una lettera che Anna Bulgari Calissoni ha voluto indirizzare al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni: nella lettera la donna accusa lo Stato italiano di aver agito in maniera molto diversa nel trattamento riservato al suo caso rispetto a quello riservato alle due ragazze e ai tentativi fatti per liberarle.

La donna ha raccontato di essere stata vittima di un rapimento nel 1983: all’epoca la donna si trovava nella sua casa di campagna insieme al figlio, che a quel tempo aveva solo 17 anni, e insieme furono rapiti e portati via. La donna ha ricordato la sofferenza di quel tempo, e l’interesse dello stato che non ha visto nei loro riguardi. Anna Bulgari Calissoni ha detto: “All’epoca nessun rappresentante del governo si fece vivo con la mia famiglia, fummo lasciati soli a trattare con feroci criminali”.

Due trattamenti totalmente diversi, e quello di Anna Maria Bulgari non ha sortito lo stesso effetto di quello di Greta e Vanessa: nel caso delle ultime è stato pagato un riscatto, una cifra che ha affrontato il governo italiano, mentre nel caso di Anna nessun membro del governo è intervenuto, nè per trattare, nè tantomeno per pagare. La donna chiede il perché di questi favoritismi, e esige di sapere per quale ragione lo stato non tutela anche tutti gli altri cittadini che non hanno commesso alcuna imprudenza. Per quale motivo lo stato italiano si è adoperato così tanto per salvare due persone, oltretutto due persone così ingenue da esporsi a rischi pericolosi per la loro vita. Anna Maria Bulgari è profondamente delusa dallo stato e ricorda la sua prigionia come un periodo di grande dolore, che coinvolse anche il figlio, e solo dopo molto tempo dopo la liberazione riacquistarono un po’ di serenità. 

Della vicenda lo stato non si occupò minimamente, e solo grazie alle indagini accurate della polizia la banda che operò il sequestro fu catturata.

Continua a leggere su Fidelity News