Brescia, lei gli corregge i congiuntivi, lui la massacra di botte

Succede a Brescia l'ennesimo caso eclatante di violenza familiare a danno di una moglie, insegnante, che subiva da anni le violenze e le molestie da parte del marito. L'ultimo fatto scatenante è stato quello di correggerlo nell'uso sbagliato dei congiuntivi.

Brescia, lei gli corregge i congiuntivi, lui la massacra di botte

Protagonista di questa triste vicende è una famiglia come tante altre, una famiglia da Mulino Bianco, composta da un marito, impronditore, da una moglie, insegnante, e da due figli. Fin qui nulla di anomalo, se non fosse che quell’imprenditore, così conosciuto e stimato dalla comunità, cambiasse completamente atteggiamento varcate le mura domestiche. 

A volte mancano proprio le parole per narrare certe vicende. Maltrattamenti, violenze, stalking sono solo alcuni dei reati che sono stati subiti giornalmente da una donna, un insegnante di Brescia. 

Da quanto denunciato dalla donna, durante le lezioni di inglese che la stessa si prodigava a dare al marito, quando lei lo correggeva perché sbagliva, lui – come ha dichiarato agli inquirenti – si irritava. La cosa lo faceva talmente arrabbiare da provocare delle reazioni esagerate e molto violente, come quella di conficcare una forchetta nella mano della moglie o addirittura di spegnerle sigarette sul corpo

Maltrattamenti, violenze fisiche e psicolgiche erano per questa donna ormai la quotidianità. Dieci lunghi anni passati nel silenzio, subendo quindi l‘affermazione della volontà del marito. In genere spesso una delle motivazioni che fa scattare queste reazioni è la gelosia. Ma come ha dichiarato l’uomo agli inquirenti, per lui non era così. L’uomo era proprio irritato dalla moglie. 

Come troppo spesso accade, anche in questo caso le violenze erano fatte spesso anche davanti ai figli, che hanno appena 8 e 10 anni. Sebbene la donna volesse denunciare le violenze subite, si è scontrata contro la brutale realtà. Il marito è un imprenditore molto conosciuto a Brescia, occupando una posizione sociale molto importante, e l’immagine sociale che si aveva di lui era quella del padre e del marito affettuoso e premuroso.

La donna quindi temeva di non essere creduta nei suoi racconti. Solo il sostegno del pool specializzato in questo tipo di crimini, presente nella Questura di Brescia, ha potuto dare il coraggio e la forza necessaria per una denuncia. 

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