Brescia: dirigente comunale indice un bando e si "autoassume"

Nel Comune di Brescia un dirigente comunale, dopo aver indetto un bando per una posizione in Municipio, si auto valuta e decide per la sua assunzione.

Brescia: dirigente comunale indice un bando e si "autoassume"

Avere molta autostima è, senza ombra di dubbio, una buona cosa per relazionarsi bene anche con gli altri, ma il protagonista di questa vicenda ha un po’ ecceduto fino ad arrivare al punto di ritenersi idoneo per un posto di lavoro che aveva creato lui stesso. Vediamo meglio com’è andata la vicenda.

I fatti si sono svolti nell’estate 2013: il caso è venuto alla luce grazie al capogruppo dei 5 stelle di Brescia, l’avvocato Laura Gamba, che tempestivamente ha presentato un’interrogazione urgente al sindaco.

In poche parole, il dirigente capo del personale del Comune di Brescia – Claudio Reboni – avrebbe candidato se stesso per una posizione nel Municipio, dopodichè si sarebbe valutato e infine, ritenendosi perfetto per ricoprire quel ruolo, assunto.

Il 31 luglio 2013, infatti, Reboni firmò il bando per la ricerca di un “responsabile del settore risorse umane“; tale bando prevedeva la scadenza per la presentazione delle domande 12 giorni dopo. I requisiti per essere conforme erano: un diploma di laurea specialistica, esperienza di servizio nella Pubblica Amministrazione e l’aver ricoperto un incarico dirigenziale per un tempo non inferiore a cinque anni.

Una volta preso atto di questo bando, il sindaco Emilio Del Bono lo approvò e lo pubblicò: la scelta “è effettuata dal sindaco e avviene attraverso la valutazione dei curricula presentati e di un eventuale colloquio” così si leggeva nel bando. Alla fine Reboni ebbe la meglio e lo vinse.

Tutto questo andrebbe contro il Regolamento del codice di comportamento dei dipendenti pubblici, articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, nel quale si legge che è vietato “partecipare all’adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere interessi propri“, obbligo esteso anche a parenti entro il secondo grado, conviventi ed organizzazioni a cui si è legati.

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