Boldrini: "Non sono insulti, è violenza: denuncio i vigliacchi online"

Laura Boldrini non intende più accettare la persecuzione, la violenza, sui social: dopo anni di attacchi, ha annunciato che intraprenderà un'azione legale contro gli aggressori.

Boldrini: "Non sono insulti, è violenza: denuncio i vigliacchi online"

Laura Boldrini ha annunciato che intraprenderà azioni legali contro gli aggressori che la perseguitano sui social: ha pubblicato su Facebook un messaggio in cui sentenzia che, dopo quattro anni e mezzo di quotidiane minacce e messaggi violenti, è giunto il momento di mettere un punto. “È ormai evidente che lasciar correre significa autorizzare i vigliacchi a continuare con i loro metodi e non opporre alcuna resistenza alla deriva di volgarità e violenza”, ha scritto la Boldrini.

La Presidente della Camera ha deciso di pubblicare alcuni dei messaggi che ha ricevuto in questi anni, per far comprendere il tenore, e la violenza, degli attacchi.

Gli autori dei commenti in questione sono convinti di rimanere impuniti, mettono nome e cognome, non usano pseudonimi: per esempio, Alessio Sacchetti di Frascati si augura che Laura Boldrini venga sodomizzata in gruppo e gettata nell’acido. L’uomo sul suo profilo appare un uomo tranquillo e pacato, con foto di cani e tramonti; Sabrina Garau di Nettuno ha condiviso un fotomontaggio in cui la presidente della Camera viene violentata da un omone dalla pelle nera, commentando: “Magari glielo facessero veramente a quella schifosa t…. della Boldrini”.

Sui social è prassi comune aggredire inneggiando alla violenza sessuale di gruppo, arrivando a magnificare la tortura. Parole scritte distrattamente, magari mentre si è alla cassa del supermercato, digitate per noia, parole che permangono, affisse in un post che in molti leggeranno e approveranno, incalzando in un crescendo di aggressività.

“Lo farò anche per incoraggiare tutti coloro che subiscono insulti e aggressioni verbali a uscire dal silenzio e denunciare chi usa internet come strumento di prevaricazione. Ai nostri figli dobbiamo dimostrare che in uno Stato di diritto chiunque venga aggredito può difendersi attraverso le leggi“, ha scritto la Presidente della Camera. La polizia postale e la magistratura indagheranno chiedendo l’aiuto di Facebook e di altre piattaforme che dovranno obbligatoriamente collaborare.

Gli “haters” della Boldrini focalizzano il loro odio principalmente su come ha gestito l’affaire immigrazione, reputandola la principale responsabile dell’incessante flusso migratorio verso l’Italia. La Boldrini pensa che occorra educare le nuove generazioni a un uso responsabile e consapevole della rete e che non sia possibile stare ulteriormente a guardare.

Soprassedere rischia di inviare un messaggio di sfiducia verso le istituzioni atte a far rispettare le leggi e a garantire la sicurezza dei cittadini. “Come posso chiedere ai nostri giovani di non soccombere e di denunciare i bulli del web se poi io stessa non lo faccio?” ha sentenziato.

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