Bari, garante dei minori sequestrata da migranti: "Ti taglio la gola"

La garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza in una comunità per minorenni stranieri non accompagnati di Cassano delle Murge, è stata presa in ostaggio e liberata dai Carabinieri dopo un'ora.

Bari, garante dei minori sequestrata da migranti: "Ti taglio la gola"

Filomena Albano, insieme con altre persone, ha vissuto attimi di terrore dopo essere stata sequestrata da alcuni minori in una comunità di stranieri non accompagnati di Cassano delle Murge, in provincia di Bari.

La donna è rimasta nelle mani del gruppo per più di un’ora. Un’ora interminabile che ha raggiunto livelli alti di tensione, dopo che uno dei suoi sequestratori ha minacciato la donna di tagliarle la gola.

Riportiamo i fatti emersi. Gli operatori e le garanti erano nella sala riunioni del centro governativo d’accoglienza, in compagnia anche dei ragazzi ospiti della struttura, ad un certo punto è scoppiata la protesta: i minorenni hanno cominciato ad urlare e alcuni sarebbero addirittura arrivati a minacciare di morte la responsabile del centro. Al tentativo delle garanti e delle persone che le accompagnavano di uscire, i ragazzi hanno iniziato a circondare le auto impedendo così alla delegazione di allontanarsi.

Arrivati a questo punto, sono stati allertati i Carabinieri, che, una volta giunti sul posto, hanno cominciato una trattativa con i ragazzi del centro, cercando di ascoltare le loro richieste per più di un’ora. Alla fine sono riusciti a calmare gli animi senza andare incontro a brutti epiloghi.

Queste le motivazioni che hanno spinto il gruppo di migranti a iniziare questa protesta fino a farla degenerare completamente. Ecco cosa sostengono i ragazzi: “Mangiamo e dormiamo, ma non andiamo a scuola: per noi non c’è futuro“.

Rosy Paparella, garante regionale dei diritti dei minori, anche lei presente al momento del “sequestro, ha riferito che sentiva il gruppo urlare queste parole: “Ci fanno mangiare, ci fanno dormire, ma noi non andiamo a scuola. Non facciamo niente, non vediamo nulla per il nostro futuro. Non crediamo più a nessuno, perché sono venuti dal ministero e ci hanno detto un sacco di balle”.

I ragazzi accolti in questa struttura sono circa una trentina, provenienti prevalentemente da Gambia, Nigeria ed Egitto.

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