Bari ha vissuto una piccola purga di criminali negli ultimi giorni, grazie ad un’operazione antimafia condotta dai carabinieri che ha preso in analisi in particolare i cosiddetti “scambi di voti” relativi alle elezioni regionali del 2015. Tra il reati documentati figura infatti anche il condizionamento delle elezioni regionali relative a maggio dell’anno scorso, tant’è che fra gli arrestati figura anche un politico.
L’operazione è stata lanciata su vasta scala con un massiccio dispiegamento di forze – più di 300 carabinieri impegnati a svolgere arresti e perquisizioni – e con l’ausilio delle unità cinofile nonché di metal detector, e persino di un elicottero.
Nel mirino delle forze dell’ordine erano finiti gli affiliati del clan mafioso dei Di Cosola, uno dei più antichi e potenti gruppi criminali operanti nella provincia di Bari i quali, dopo aver subito severi colpi negli ultimi anni, erano riusciti a riorganizzarsi per ritentare l’ascesa grazie ad accordi stipulati con altre realtà malavitose pugliesi.
L’operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia ha così permesso di smantellare nuovamente i De Cosola prima che potessero riacquisire il loro vecchio potere militare. Le accuse delle quali dovranno rispondere a vario titolo i 21 arrestati sono quelle di scambio elettorale politico-mafioso, associazione di tipo mafioso e coercizione elettorale in corso.
Tutto è partito da intercettazioni telefoniche ed ambientali, che hanno permesso agli inquirenti di capire che i Di Cosola si stavano muovendo per affiliarsi ad altri clan di Bari allo scopo di eliminare dalla scena i rivali degli Strisciuglio. L’apice di questa nuova scalata venne raggiunto proprio con l’alterazione delle elezioni regionali del 2015, quando il politico arrestato patteggiò con i mafiosi un compenso di 50 euro per ogni voto procurato illegalmente.