Bardarbunga, riapre in Islanda lo spazio aereo sul vulcano

L'allerta passa da rossa ad arancione e riapre il sorvolo anche sopra il cratere del Bardarbunga. 4 anni fa, per l'eruzione di un altro vulcano, si bloccò lo spazio aereo europeo per 10 giorni, provocando disagi in tutta l'Europa

Bardarbunga, riapre in Islanda lo spazio aereo sul vulcano

Erutta il Bardarbunga per diverse ore spaventando l’Islanda e l’Europa. Ancora una volta, a distanza di quattro anni dall’eruzione del più piccolo Eyjafjallajokull, la natura semina panico e preoccupazioni: giovedì notte infatti, l’attività del vulcano ha costretto le autorità islandesi a interrompere il sorvolo sul cratere dichiarando l’allerta rossa, il limite più alto della scala d’emergenza. Quattro anni fa, si era stati costretti alla chiusura dello spazio aereo anche per l’Europa, chiusura che era poi durata 10 giorni.

Questa volta però l’allarme rosso è rientrato prima del previsto. Infatti è stato accertato che l’eruzione non viene dal Bardarbunga, ma da un campo di lava che si trova proprio lì vicino e che porta il nome di Holuhraun. Il percorso della lava è stato individuato a 5 km a nord del ghiacciaio Dyngjujokull, abbastanza  lontano dalla zona abitata, e i radar non hanno rilevato alcuna emissione di cenere, almeno per il momento. Per questo motivo l’istituto meteorologico islandese ha deciso di abbassare il livello di allerta ad arancione, ritenendo che il pericolo non sussiste. A monitorare la situazione è la protezione civile, che ha comunicato la fine dello stato di allerta e ha annullato il blocco per l’aviazione, e sta cercando di portare tutto nella normalità.

Ieri mattina gli scienziati, mentre erano a bordo di un aereo, hanno verificato il varco che si era aperto a Holuhraun e che ha fatto fuoriuscire una colata lunga 1 km; nulla lascia comunque presupporre che il vulcano possa d’un colpo esplodere.

Il Bardarbunga è tornato attivo dopo diverse scosse di terremoto, e i suoi sviluppi vengono seguiti attentamente da oltre 10 giorni dall’Istituto meteorologico islandese, che ne osserva l’evoluzione e cerca di prevedere pericoli per la popolazione. Una di queste scosse si è sentita tre giorni fa, ed è stata di magnitudo 5.7. Il timore del governo è che, nel caso ci sia un’eruzione del vulcano, la lava possa sciogliere l’enorme massa di ghiaccio su cui esso sorge, e riversarsi nel fiume Jökulsa, che ha origine proprio dal ghiacciaio. La massa d’acqua che deriverebbe dallo scioglimento del ghiacciaio metterebbe in serio pericolo i paesini che sorgono nelle vicinanze sommergendoli nel giro di poche ore.

Continua a leggere su Fidelity News