Arrestato monsignore per truffa ai poveri. 30 milioni il bottino

E' stato arrestato a Bolzano il monsignor Patrizio Benvenuti, responsabile di una maxitruffa ai danni dei poveri che ha fruttato oltre 30 milioni di euro di bottino. Oltre 300 le vittime.

Arrestato monsignore per truffa ai poveri. 30 milioni il bottino

E’ stato arrestato a Bolzano il monsignor Patrizio Benvenuti, alto prelato di origini argentine, per una maxi truffa organizzata ai danni dei poveri. L’ecclesiastico 64enne era a capo di un’associazione a delinquere travestita da onlus, grazie alla quale lui ed i suoi complici riuscivano a riciclare il denaro delle offerte e utilizzarlo a fini personali.

Le indagini hanno confermato che le vittime della truffa sono oltre 300, e si tratta perlopiù di persone anziane e residenti all’estero. Il meccanismo con cui la banda del monsignore operava è oramai noto agli inquirenti: una fondazione umanitaria (in questo caso la Kepha) veniva utilizzata per promuovere donazioni da devolvere ai poveri.

In questo modo chiunque voleva aiutare chi non riusciva a permettersi nemmeno il cibo ed un tetto sopra la testa, poteva inviare denaro a quest’associazione, con la garanzia che fosse gestita da un alto prelato della Chiesa cattolica.

Peccato però che il monsignore in questione abbia sfruttato la sua posizione preminente nell’organigramma della Chiesa per ordire la maxi truffa, fruttata a lui ed ai suoi complici un bottino stimato in oltre 30 milioni di euro. Soldi sottratti ai poveri per fare gli interessi del monsignore e dei suoi soci.

Tra gli immobili confiscati dalla Guardia di Finanza figura una villa quattrocentesca a Piombino, ed un sito archeologico a Selinunte, lotti comprati proprio grazie agli ignari donatori che credevano di avere fatto del bene destinando soldi alla onlus; mentre in realtà, oramai è chiaro, contribuivano a mantenere i vizi del monsignor Benvenuti e dei suoi soci.

A denunciare le attività criminali è stata una ex collaboratrice dell’ecclesiastico, menzionata a sua insaputa quale “responsabile” dell’organizzazione in modo da garantire a Patrizio Benvenuti di non figurare a capo dell’associazione.

A denunciare le attività criminali è stata una ex collaboratrice dell’ecclesiastico, menzionata a sua insaputa quale “responsabile” dell’organizzazione in modo da garantire a Patrizio Benvenuti di non figurare a capo dell’associazione.

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