Arrestati ufficiale della Gdf e un imprenditore per corruzione

Napoli, in manette il colonnello Fabrizio Giaccone e Nazario Matacchione, per un'indagine su presunte irregolarità nelle verifiche fiscali. Elargivano ai militari Rolex per ammorbidire controlli

Arrestati ufficiale della Gdf e un imprenditore per corruzione

Un colonnello della Guardia di finanza, Fabrizio Giaccone, è stato arrestato con l’accusa di corruzione. Insieme a lui anche l’imprenditore farmaceutico Nazario Matacchione, ed entrambi sono accusati di corruzione. Ad eseguire l’arresto è stata la Guardia di finanza, che ha accertato le loro responsabilità nell’ambito dell’inchiesta della procura di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Piscitelli e dai pm Woodcock e Carrano. Le misure di custodia cautelare sono state prese in seguito agli sviluppi delle indagini che lo scorso 11 giugno avevano portato ad arrestare Massimo Mendella, comandante provinciale di Livorno.

La Procura di Napoli ha scoperto nel corso delle indagini particolari inediti come i presunti accertamenti fiscali “pilotati” in alcune aziende. Per questi fatti il colonnello Mendella era stato arrestato a Livorno dagli agenti della Digos di Napoli e con lui anche il commercialista Pietro de Riu, sempre di Napoli. L’indagine aveva portato alla luce che alcuni imprenditori napoletani avevano versato oltre un milione di euro tra il 2006 ed il 2012 a De Riu, che faceva da collegamento con Mendella: questi all’epoca era ritenuto responsabile di verifiche e accertamenti da parte del Comando provinciale Guardia di Finanza di Napoli. Mendella poi era stato trasferito dal comando di Napoli a quello di Roma. Dopo l’arresto di Mendella i pm hanno approfondito le indagini per capire se il fatto del Colonnello fosse un caso isolato oppure se era incluso in un piano più elaborato.

Nel corso delle indagini era spuntato anche il nome di Emilio Spaziante, un Generale adesso in congedo, che risultò pure tra gli indagati dell’inchiesta sul Mose. Ma nel registro degli indagati figurava anche il nome del Generale Vito Bardi, comandante in seconda delle fiamme gialle, indagato anche lui ma per una vicenda collaterale.

L’arresto di Mendella era stato confermato due settimane fa dal Tribunale Riesame, che lo aveva condannato per concussione. Ecco l’espressione dei Giudici riguardo alla sua condanna: “le condotte tenute appaiono abituali e sistematicamente poste in essere strumentalizzando la sua pubblica e delicata funzione, con consumata abilità e pianificazione per un periodo prolungato, tali da assumere le caratteristiche della professionalità“. Dunque un abuso della professione e dei suoi poteri, che perpetrava incurante della legge.

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