Acqua all’arsenico in quattro comuni del Lazio

Rubinetti chiusi per 34 mila persone in provincia di Roma e Latina: un rogo ha distrutto l'impianto di dearsenificazione, e l'acqua all'aresenico ha raggiunto in fretta le case. Acqualatina promette una soluzione entro sette giorni.

Acqua all’arsenico in quattro comuni del Lazio

All’origine dell’acqua inquinata in quattro comuni nella provincia del Lazio ci sarebbe un incendio che, sabato scorso, 12 agosto, sarebbe divampato nell’impianto idrico al campo pozzi di Carano–Giannottola, in provincia di Latina. 

In seguito all’incendio, l’impianto di dearsenificazione non ha più funzionato, e il livello di arsenico si sarebbe propagato attraverso l’acqua in gran parte dei territori di quattro comuni ai confini tra le province di Roma e Latina. I comuni più interessati sono Nettuno, Cisterna, Aprilia, e tutte le zone all’estrema periferia di Latina: qui, l’arsenico supera i limiti consentiti dalla legge – 10 secondo la normativa UE – e non gli 11-12 circa microgrammi/litro. L’arsenico è stato classificato dall’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro come un elemento cancerogeno. L’allarme è ben motivato.

Diverse migliaia di cittadini –  circa 34 mila – che abitano nell’area compresa tra le provincie di Roma e di Latina, da qualche giorno, hanno il “divieto di rubinetto“. In nessun modo possono utilizzare l’acqua, fino a qualche giorno prima potabile. L’acqua all’arsenico non va bevuta, ma nemmeno, come qualcuno pensava facendola bollire, va usata per cucinare: questo quanto hanno deciso i sindaci dopo avere ottenuto i referti delle analisi dell’Asl.

Acqualatina, gestore idrico delle zone coinvolte, ha comunicato che nei prossimi sette giorni dovrebbe essere in grado di trovare una soluzione, se non definitiva, almeno provvisoria per far fronte all’emergenza e tornare alla normalità. Per il momento, Acqualatina ha fornito nelle zone interessate un servizio di autobotti, per non lasciare i cittadini a “secco”.  

Una nota dell’amministrazione di Nettuno, nel giorno di Ferragosto, affermava che il comune si sarebbe riservato di “valutare ogni possibile azione a tutela della cittadinanza a fronte del grave disservizio e danno subito“.

Ancora non sono chiare le cause dell’incendio: le fiamme, distruggendo le telecamere di sicurezza, hanno rallentato le indagini che avrebbero portato in fretta a chiarire come possa essere successo.

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