A Milano gli anziani si fanno furbi e sventano l’85% delle truffe

Solo due anni fa a Milano andavano a buon fine l’85% delle truffe perpetrate a danno degli anziani. A distanza di soli due anni il rapporto si è invertito. Oggi solo il 15% dei raggiri va a segno.

A Milano gli anziani si fanno furbi e sventano l’85% delle truffe

A Milano i nonni, gli anziani e i pensionati hanno deciso di far fronte comune contro i raggiri che per tanti anni li hanno visti vittime di cialtroni e truffatori. Se solo fino a due anni fa le truffe a loro danno andavano a segno nell’85% dei casi, oggi la percentuale è drasticamente calata attestandosi al 15%.
Evidentemente nel giro di due anni le martellanti campagne di allerta e di sensibilizzazione hanno dato i loro frutti. Per le autorità tutto ciò è il segno inequivocabile che la maggior attenzione paga.

Non è quindi un caso che il fenomeno stia ultimamente conoscendo un rapido cambio di tendenza. Ad attestare queste conclusioni è sufficiente consultare i dati delle denunce sporte alla Questura. Se nel 2015 le truffe consumate erano state 131 a fronte delle sole 33 sventate, nel primo semestre del 2017 ad essere preponderanti sono invece le truffe non andate in porto: a fronte dei 49 raggiri andati a segno, i fallimenti sono stati 231.

Per Maria Josè Falcicchia, dirigente delle Volanti milanesi intervistato dal Corriere della Sera, “la televisione è stato un mezzo di straordinaria efficacia per incidere sulla prevenzione“.

Secondo le statistiche, le truffe agli anziani milanesi prendono di mira soprattutto le donne over 70. Nell’83% dei casi l’approccio con la vittima avviene per telefono. Decisamente meno rilevanti sono le truffe perpetrate alla porta di casa (7% dei casi) o in strada o al cellulare (3% dei raggiri). In più di un caso su tre, l’ora preferita per portare a termine un tentativo di imbroglio è tra le ore 8 e le 12 dei giorni feriali.

I pretesti più diffusi sono quelli di chiedere soldi spacciandosi per amici di figli (49% dei casi) o nipoti (29%) finiti nei guai. A seguire, il metodo più diffuso rimane quello di farsi passare per finto agente delle forze dell’ordine o di un tecnico dei servizi d’utenza.

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