7 arresti per le tangenti su appalti della Marina militare

Secondo gli investigatori gli imprenditori da oltre 10 anni pagavano il 10 per cento del valore degli appalti e delle forniture. Arrestati cinque ufficiali, un sottufficiale e un dipendente civile

7 arresti per le tangenti su appalti della Marina militare

Uno scandalo gravissimo ha coinvolto la Marina Militare. Secondo la procura di Taranto infatti ufficiali e responsabili degli uffici obbligavano le aziende fornitrici a pagare il pizzo. Il sistema si componeva di tangenti a percentuale fissa e stabiliva un buon dieci per cento su fornitura, minacciando le ditte di non ricevere subito i pagamenti. Ecco cosa scrive il gip Pompeo Carriere nell’ordinanza di custodia cautelare: “Come la malavita organizzata, il pizzo veniva imposto in modo rigido e con brutale e talora sfacciata protervia”. A imporre il pizzo erano alcuni dipendenti dello Stato, per buona parte militari, che hanno tradito il giuramento di fedeltà alla Repubblica per l’osservanza delle regole. A quanto pare questo sistema andava avanti da oltre dieci anni.

I carabinieri del comando provinciale di Taranto guidati dal colonnello Giovanni Tamborrino stamane hanno arrestato il direttore attuale e due ex vice direttori facenti parte del commissariato militare marittimo di Taranto. Oltre a loro, in manette sono finiti un ex capo reparto, un sottufficiale capo deposito, un dipendente civile che si occupava della contabilità e un capo ufficio del settore logistico. Gli arresti sono stati effettuati a Roma, Napoli e Taranto e per tutti l’accusa è di concussione. 

Gli arrestati sono: Attilio Vecchi, 54 anni, in servizio al Comando Logistico di Napoli; Riccardo Di Donna, 45 anni, in servizio allo Stato Maggiore della Difesa-Roma; Marco Boccadamo, di 50 anni; Giovanni Cusmano, 47 anni; Giuseppe Coroneo, di 46 anni, vice direttore Maricommi Taranto; Antonio Summa, 53 anni, luogotenente al V reparto Maricommi Taranto, e Leandro De Benedectis, 55 anni dipendente di Maricommi Taranto.

L’ipotesi avanzata dagli investigatori è che a riscuotere le tangenti era l’ufficiale alla guida del quinto reparto che poi divideva il denaro secondo gli accordi. Già il 13 marzo del 2014 i carabinieri avevano arrestato in flagranza di reato il capitano di fregata Roberto La Gioia, 45 anni, comandante del 5° reparto di Maricommi, mentre intascava una tangente di 2mila euro da un imprenditore.L’imprenditore aveva confessato di aver pagato per oltre dieci anni e così continuarono le indagini.

Ad occuparsi dell’approvvigionamento di tutto il materiale per la Marina Militare e dei mezzi aeromobili era il 5° reparto di Maricommi guidato da La Gioia fino al suo arresto, e anche dopo la polizia ha continuato a indagare in base alle dichiarazioni rese dall’ufficiale arrestato. La Marina militare ha dato pieno sostegno all’azione della magistratura per concludere le indagini.

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