Ultimamente a far discutere i tanti tifosi dell’Inter, oltre alle prestazione dei giocatori in campo, sono stati alcuni scatti che ritraggono delle vere e proprie “opere d’arte” create sotto la pelle di alcuni giocatori nerazzurri che, con grande orgoglio, mettono in mostra.
A lanciare questa moda è stato Gabriel Barbosa Almeida conosciuto come Gabigol che si è tatuato sull’intera schiena un mega ritratto dei suoi genitori seguito dalla parola “Hope” proprio per rappresentare l’amore della sua famiglia e lo spirito della speranza che caratterizza la sua vita.
Dopo l’esposizione del collega brasiliano e il turno di Mauro Icardi che sui vari social network ha pubblicato il suo nuovo tatuaggio che riempie tutto il suo torace e le braccia riscuotendo l’ammirazione di molti appassionati dell’arte del tatuaggio.
Per realizzare questo cosiddetto “capolavoro” sono stati impiegati più di cinque mesi di lavoro con tre sessioni diverse, dove l’amico-tatuatore di Icardi è riuscito a creare, con risultati eccellenti, un disegno molto accurato e distinto. Il giocatore argentino ha dedicato questo immenso tatuaggio a Francesca e Isabella, le due sue figlie avute con la moglie Wanda Nara. L’unico scopo del mitico calciatore è stato quello di incidersi sulla propria pelle l’immenso amore per la sua famiglia rappresentata dalla visione di un leone e due cuccioli che con similitudine mandano un grosso messaggio di protezione e amore generato dal proprio padre.
Molti sono stati i commenti su Instagram che vedono divisa l’opinione pubblica tra chi appoggia questa passione e chi invece pensa che sia una grande esagerazione sopratutto sostenendo la tesi del rispetto dell’integrità del corpo. Invece i tifosi dell’Inter hanno affermato che sarebbe meglio che i calciatori pensassero ai propri allenamenti e a impegnarsi in campo, affinchè possano raggiungere posizioni migliori in classifica, anziché concentrarsi su atteggiamenti futili.
A prescindere dai vari pensieri e dai vari dibattiti è innegabile che l’Inter è imbattibile soprattutto per quanto concerne il “fattore tattoo”.