Albertini rompe gli indugi: parte la candidatura alla presidenza della FIGC

Dopo la candidatura di Tavecchio, l’unico uomo al momento eleggibile per guidare la Federazione, scende in campo anche l’ex centrocampista rossonero e della Nazionale, già vicepresidente della FIGC, con l’obiettivo di riportare il calcio italiano al top

Albertini rompe gli indugi: parte la candidatura alla presidenza della FIGC

Sembrava ormai una corsa senza avversario quella del Presidente della Lega Dilettanti, Carlo Tavecchio, destinato a presentarsi alle elezioni dell’11 agosto come unico candidato per l’elezione a capo supremo del calcio italiano, succedendo a Giancarlo Abete, dimissionario dopo il flop Mondiale della nazionale guidata dall’ex CT Cesare Prandelli.

Ma così non sarà: infatti l’attuale vicepresidente della Federcalcio, Demetrio Albertini, dopo le richieste a gran voce ricevute da più fronti, si è deciso e tra meno di un mese anche lui sarà ai nastri di partenza per diventare il nuovo Presidente della FIGC.

Molte le reazioni di soddisfazione, non appena si è sparsa la notizia, da parte di chi vorrebbe un ex uomo di campo a guidare tutto il sistema calcio. Così tanti calciatori ed allenatori hanno chiaramente manifestato la loro preferenza verso l’ex metronomo rossonero, che già nelle prime dichiarazioni sembra avere le idee molto chiare. Le sue parole in conferenza stampa tracciano un futuro netto per il nostro calcio: Albertini già dal primo giorno di lavoro, nel caso venisse eletto, ha promesso interventi seri e concreti per riportare il calcio italiano a livelli competitivi.

L’obiettivo ultimo è presto servito: negli anni ’90 la Serie A è stata il campionato più bello al mondo, con un passaggio infinito di Campioni, da Maradona a Gullit, da Van Basten a Papin, i cosidetti Top Player sceglievano l’Italia per consacrarsi definitivamente nell’élite del panorama internazionale. Così non è più, ed Albertini aspira a ricreare tutte le componenti esterne perché ciò possa di nuovo diventare realtà.

A chi gli chiede se l’optimum risulta essere il modello tedesco da implementare anche nel sistema nostrano, l’ex centrocampista azzurro risponde in maniera molto chiara spiegando che ogni paese vive su una base culturale propria e che non è possibile snaturare e capovolgere completamente una nazione che nel pallone investe molto. Per questo motivo sarà necessario disegnare un modello specifico cucito addosso a quelle che sono le peculiarità del nostro calcio.

Una proposta sicuramente interessante: Tavecchio è avvertito. Nonostante il Presidente dei Dilettanti sia ancora accreditato dalle stime a un 60% di consensi, il sorpasso di Albertini, ad una delle poltrone più importanti e scottanti d’Italia, non sembra essere un’utopia.

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