Smartphone: tenerli in camera da letto non favorisce un corretto riposo

Secondo alcuni studi dicono che, l'abitudine scorretta di portare lo smartphone in camera da letto non permetterebbe al nostro organismo di riposare bene per via delle luci lampeggianti che indicano notifiche o messaggi

Smartphone: tenerli in camera da letto non favorisce un corretto riposo

Ormai è un vero e proprio rituale. Si spengono le luci, ci si mette a letto e si ripone lo smartphone sul comodino. Sono, infatti, tanti coloro che non spengono il loro dispositivo neanche la notte e molti, inoltre, lo utilizzano come sveglia al mattino. Non tutti sanno, però, che questa abitudine sarebbe estremamente dannosa per l’organismo ed i suoi naturali bioritmi, che ne risultano alterati.

Secondo un recente studio, però, questa abitudine sarebbe scorretta e disturberebbe il sonno in quanto crea “ipervigilanza” provocando, quindi, insonnia o altri disturbi del sonno allarmanti, che sottopongono l’organismo a stress. Il problema principale, secondo i ricercatori, sarebbe la luce dello schermo che andrebbe ad interferire con il naturale ritmo del nostro corpo. La luce, in sostanza, ingannerebbe il corpo umano che “controlla il rilascio di melatonina che ci fa sentire assonnati”.

Nello specifico, la luce dello schermo del telefono è più nociva rispetto a quello di lampade o della televisione perché è formata da diversi colori di lunghezze d’onda diverse e con una predominanza del colore blu, che renderebbe più sensibili le cellule della retina che inviano i messaggi al cervello.

Per queste motivazioni, sempre secondo gli esperti, utilizzare lo smartphone o leggere da un tablet prima di dormire è controproducente perché interferisce con il sonno. E’, invece, consigliabile, evitare l’uso di tali dispositivi almeno 2 o 3 ore prima di andare a dormire.

Secondo studi recenti, ad influire sul riposo notturno sono anche i brevi lampi di luce per l’arrivo di un messaggio o di una e-mail ed il relativo suono, che interrompe il riposo e, soprattutto, fa rimanere in una condizione di “vigilanza” per la voglia costante di controllarlo che ne deriva, secondo quanto teorizzato dal neuro scienziato Dott. Orfeu Buxton, che ha condotto gli studi. “Gli smartphone sono quasi perfettamente progettati per disturbare il sonno – spiega Russell Johnson della Michigan State University – Perché ci tengono sempre impegnato anche a tarda sera, rendendoci impossibile staccare dal lavoro quel tanto che basta per rilassarci e addormentarci. Quali siano le conseguenze di una serie di notti trascorse senza riuscire a riposare bene le conosciamo tutti: irritabilità, stanchezza, difficoltà di concentrazione e, alla lunga, anche l’aumento di peso e un calo delle performance su lavoro”.

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