L’auto del popolo festeggia 80 anni. Quella che tutti noi conosciamo come Volkswagen – vocabolo tedesco traducibile appunto in “auto del popolo” – venne fondata a Berlino esattamente il 28 maggio 1937. All’epoca la denominazione era però Gesellschaft zur Vorbereitung des Deutschen Volkswagens mbH, in altre parole “società per la produzione delle auto del popolo tedesco”.
L’obiettivo di allora era semplicemente uno: rendere l’auto accessibile a tutti. Già da alcuni anni il Fuhrer aveva richiesto la messa in strada di una nuova vettura capace di ospitare due adulti e tre bambini, oppure tre soldati con armi leggere al seguito. Il veicolo doveva raggiungere una velocità di almeno 100 km/h, consumare non più di 7 litri di carburante per 100 chilometri, e costare non più di 1.000 marchi.
Fu così che l’anno successivo nella nuova fabbrica di Wolfsburg nacque il Maggiolino, un’auto prodotta nei decenni successivi in ben 21,5 milioni di esemplari. Ad oggi la vettura rappresenta un mito oltre che un’icona stessa del secondo dopoguerra europeo e mondiale.
Ma anche altri modelli rimarranno per sempre legati al grande prestigio del brand. Parliamo in questo caso del Transporter, autoveicolo commerciale leggero conosciuto anche con il nome di Bulli. Senza poi dimenticare la Golf, modello nato nel 1974, ma capace di rinnovarsi di generazione in generazione fino ai nostri giorni. Ma potremmo dire lo stesso anche per la Polo e per la Passat.
Nonostante lo scandalo “Dieselgate” scoppiato a settembre 2015, lo scorso anno il colosso di Wolfsburg è stato capace non solo di non affondare, ma anche di continuare a crescere, diventando il primo costruttore al mondo per numero di auto vendute.
Ma Volkswagen guarda anche e soprattutto al futuro. Con Toghether Strategy 2025 sono stati delineati i futuri progetti di un gruppo che al proprio interno può contare su brand altisonanti come Bugatti, Bentley, Lamborghini, Porsche, Seat, Škoda, MAN, Ducati e Scania.