Ecco perchè non conviene guidare quando si è a secco di carburante

Un sondaggio pubblicato da una società di assicurazioni britannica spiega che guidare con la spia del carburante accesa è una prassi molto diffusa (più tra gli uomini) nonostante i pericoli ed i costosi danni che quest'ultima comporta per il conducente.

Ecco perchè non conviene guidare quando si è a secco di carburante

In tempi di crisi economica, con il costo del carburante che non scende neanche con il ritorno sul mercato del greggio iraniano, si tende a cercare qualsiasi espediente possibile per risparmiare durante i propri tragitti. Una delle abitudini cui non sembra sottrarsi proprio nessuno (l’hai fatto anche tu, vero?!) è quella di guidare con la spia del carburante accesa, pensando – in tal modo – di riuscire a fare lo stesso qualche km prima di dover fare il pieno. Ecco, sappiate sin da ora che tale consuetudine non solo è pericolosa ma anche estremamente costosa, per le ripercussioni che può avere…

In particolare, una società di assicurazioni ha pubblicato l’esito di un sondaggio dal quale emerge che circa 827.000 automobilisti tendono a proseguire la guida anche quando la spia del carburante inizia a lampeggiare con insistenza: addirittura, di questi, un quarto è convinto di poter raggranellare almeno 40 km prima di dover fare il pieno. Nella maggior parte dei casi è l’uomo ad esibire una condotta di tal fatta mentre le donne, forse per l’imbarazzo del rimanere senza benzina, del doverlo comunicare, del dover fare miglia a piedi per trovare un distributore, preferiscono essere più prudenti: forse è solo maggiore buon senso da parte del gentil sesso.

D’altronde, è risaputo che proprio precisa, la spia del carburante non lo è persino oggi che siamo in tempo di auto smart: il meccanismo è sempre quello. Nel serbatoio vi è un galleggiante che, tramite un sistema di tacche e strisce metalliche trasmette il livello del carburante alla spia e, ovviamente, va da sé che tale meccanismo risenta del livello di pendenza in cui si trova l’auto. Con una leggera pendenza in discesa, può risultare che si abbia ancora parecchio carburante a disposizione. Quindi mai abusare troppo dello strumento “spia del carburante”.

Tra l’altro. i pericoli che si corrono nel proseguire il proprio tragitto anche quando si è a corto di carburante non sono certo da sottovalutare. A spiegarceli è un simpatico meccanico della cittadina britannica di Salisbury che, al tabloid Daily Mail, racconta come, a livelli bassi di carburante, i freni siano più sollecitati e, quindi, occorra più pressione per farli funzionare. Il volante, poi, potrebbe diventare molto più pesante (quasi come se mancasse il servosterzo): non proprio le condizioni ideali di guida in sicurezza, vero?

Ma non è solo pericoloso proseguire con la spia accesa del carburante. E’ anche anti-economico: essere a secco di benzina può causare molti e dispendiosi danni ai motori, specie se basati sul diesel: in tal frangente, si parla di possibili conti e fatture di circa 2000 sterline (circa 2.539 euro) e solo per risparmiare una ventina di sterline (poco meno di 30 euro). 

A conti fatti, e con le opportune valutazioni del caso, credo che non abbia senso nemmeno porsi il dubbio se proseguire o meno quando si sia a corto di carburante. Siete d’accordo? 

Continua a leggere su Fidelity News