Con le auto elettriche sorge l’interrogativo dei campi magnetici

I campi magnetici generati dalle auto elettriche potrebbero rappresentare un serio problema per la salute dell’uomo. In vista di una sempre più rapida diffusione di questi veicoli, il JRC cercherà di far luce su questo aspetto ancora poco chiaro

Con le auto elettriche sorge l’interrogativo dei campi magnetici

Da alcuni anni a questa parte, le auto ibride ed elettriche hanno riscosso una discreta popolarità tra gli appassionati del mondo a quattro ruote. La loro apparizione sul mercato automobilistico ha permesso di fornire una soluzione consona alla sempre più imperante filosofia eco-friendly. In molti apprezzano la loro innovativa propulsione “pulita”, ma altrettanti storcono il naso pensando alla loro esigua autonomia su strada. Attualmente il loro limite più evidente risiede proprio nella “capacità” delle batterie e nei tempi di ricarica piuttosto lunghi. Ma sarebbero solo questi i loro limiti più rilevanti?

Motivo di preoccupazione potrebbe essere rappresentato anche dai non trascurabili campi elettromagnetici generati dai vari sistemi di bordo. A questo interrogativo cercheranno di rispondere i tecnici del Joint research Centre (JRC), ovvero il Centro Comune di Ricerca, divisione generale della Commissione Europea. Il JRC dispone di alcuni istituti di ricerca dislocati nei vari paesi membri, di cui uno anche nel nostro paese. Sarà proprio la sede italiana di Ispra – città alle porte di Varese – ad affrontare l’incognita delle radiazioni elettromagnetiche prodotte da questa tipologia di vetture. Per l’occasione è stato allestito un nuovo laboratorio di ricerca chiamato “Vela 9”. Il suo compito sarà quello di riprodurre e misurare i campi magnetici prodotti dalle autovetture ibride ed elettriche.

Giorgio Martini, vice direttore dell’Unità di Trasporto sostenibile del Jrc, ha avuto modo di far presente come “nelle auto elettriche e ibride circolano correnti per centinaia di Ampere che generano campi magnetici non trascurabili, e che tra l’altro vengono schermati sempre meno dai nuovi materiali ‘leggeri’ usati per la produzione dei veicoli”.

In termini pratici i rischi a cui si andrebbe incontro sarebbero legati alle interferenze con altri sistemi come peacemaker o dispositivi di guida autonoma. Lo stesso dott. Martini non ha mancato però di ipotizzare anche altre circostanze che diventeranno sempre più comuni in futuro. “Pensiamo anche ad uno scenario con milioni di auto elettriche: i campi magnetici che si genereranno nei parcheggi o nelle aree di ricarica, potranno essere pericolosi per i passanti e i residenti?”.

Le simulazioni verranno effettuate all’interno di una camera completamente schermata. Come ha avuto modo di descrivere il dott. Martini, “le pareti sono rivestite con piastrelle nere di ferrite e con piramidi di schiuma blu arricchite di carbonio per evitare riverberi”.

I test verranno eseguiti in stretta collaborazione con l’Argonne National Laboratory, ente gestito dal Dipartimento per l’energia del governo statunitense. In questo modo – in vista di una sempre maggiore diffusione planeteria di tali veicoli – i test potranno essere utili anche per definire i futuri standard attinenti la legislazione delle auto elettriche.

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