L’arte del dopoguerra dominata dall’astrattismo

A causa dell’estrema diversità venutasi a creare, l’arte del dopoguerra assume forme e linee evolutive imprevedibili e diversificate, che rappresenteranno una vera e propria rivoluzione artistica.

L’arte del dopoguerra dominata dall’astrattismo

L’America diviene il punto di riferimento delle nuove avanguardie, le quali vedono finalmente incarnati nella società statunitense quei grandi valori di libertà e democrazia che danno vita ad un nuovo confronto aperto a tutte le possibili esperienze.

La caratterizzazione astratta, nella seconda metà del Novecento, diventa preponderante rispetto all’espressione figurativa. Gli artisti estendono le loro ricerche in tutte le direzioni; ma la contraddittorietà dell’espressione artistica è di fatto il riflesso di quella della nuova società occidentale, basata sull’esasperazione del consumismo e sulla mercificazione di tutti i valori.

I linguaggi dell’arte tentano allora nuove sperimentazioni, cimentandosi nella scoperta delle tecniche fotografiche, cinematografiche, televisive e, in seguito, di quelle informatiche e multimediali. Ora, assemblaggi, composizioni e installazioni hanno lo scopo di divertire, sbalordire, far riflettere, contestare, o solamente irritare e scandalizzare. L’arte adesso si propone come elemento di critica nei confronti del potere, giungendo anche a sminuire e negare se stessa pur di delegittimare la società che la produce, evidenziandone le ingiustizie e le contraddizioni.

La scarsa prospettiva storica rende ostica persino una circoscritta ricerca di linee di indirizzo definite. Dal dopoguerra ad oggi l’arte si è infatti segmentata in mille rivoli, che ne hanno disperso le potenzialità, impedendo la formazione di movimenti o tendenze significative e durevoli. Così come le sue manifestazioni, che si esauriscono in performances delle quali non rimane altro che qualche filmato o immagine.

La velocità con cui l’arte contemporanea si crea e si consuma rispecchia la società stessa. Ora quel che è noto finisce ben presto per non interessare più: il pubblico necessiterà sempre di più di eventi e stimoli nuovi e diversi. Ogni avvenimento avrà vita brevissima e verrà spesso superato da quello successivo prima ancora che abbia esaurito tutte le sue potenzialità espressive.

La ricerca delle novità cela spesso risvolti di tipo economico: produrre nuovi bisogni significa aprire nuovi mercati e conseguire nuovi profitti. L’arte contemporanea è infatti molto sensibile agli andamenti delle mode e dei mercati e ne adotta i medesimi ritmi.

Continua a leggere su Fidelity News