Tra i carburanti del futuro ci saranno anche alghe, caffè e cioccolata

Con i carburanti fossili oramai in procinto di esaurirsi entro i prossimi decenni, è già partita la corsa ai carburanti del futuro: cosa useremo per spostarci quando la benzina sarà finita?

Tra i carburanti del futuro ci saranno anche alghe, caffè e cioccolata

Quali saranno i carburanti del futuro? Questa domanda rappresenta un po’ il leitmotiv di molti ricercatori ed ingegneri sin da quando si è capito che i carburanti fossili, derivati da combustibili come carbone e petrolio, sono destinati ad esaurirsi nel prossimo futuro. I motori tradizionali hanno infatti i decenni contati: oramai è un fatto che la comunità scientifica ha appurato da molti anni.

Ma allora cosa useremo per spostarci quando non potremo più fare affidamento sulla benzina? Aziende come la Tesla hanno già iniziato da tempo la loro rivoluzione del mercato, costringendo la concorrenza a battere piste impronosticabili.

L’esempio più lampante in questo senso è probabilmente quello della Wolkswagen, prima detrattrice delle automobili elettrice: “Mai ne costruiremo una!” avevano orgogliosamente tuonato i vertici del colosso tedesco dell’automobile neanche una decina d’anni fa; ora, dopo lo scandalo delle emissioni costato 15 miliardi di dollari, il “tuffo a pesce” verso la conversione all’ibrido ad ogni costo (con la suggestione del 100% elettrico che oramai si fa strada anche in quel di Wolfsburg).

Gli apostati della benzina sono oggigiorno sempre di più, ma se le auto elettriche oramai sono una realtà solida ed inoppugnabile, è pur vero che c’è chi si sta ingegnando per trovare carburanti alternativi ancor meno tradizionali. Giusto per vagliare ogni ipotesi, e non farsi trovare impreparato quando scatterà la nefasta “ora X“.

Tra i prototipi più bizzarri figura ad esempio la Formula Trevegetariana” del Warwick Innovative Manufacturing Research Centre, costruita interamente di vegetali e tuberi. La carrozzeria è infatti composta da patate, i sedili di semi di soia compressati e lo sterzo di carote. Come carburante invece, la sportivissima vegan del WIMRC sfrutta una miscela di cioccolata ed olio vegetale. Velocità di punta? Circa 200 km/h!

formula tre carburanti alternativi

Ma il centro di ricerca della University of Warwick non è stato l’unico a cimentarsi nella corsa all’autovettura più peculiare, poiché tornando in Germania possiamo imbatterci nella Quant, la sportiva di lusso alimentata grazie all’acqua salata. E le prestazioni? Da 0 a 100 km/h in soli 2,8 secondi cronometrati (molto più scattante di altre automobili sportive a benzina), generati dal suo motore elettrico che sfrutta un’innovativa tecnologia messa a punto dai cervelli visionari della Nanoflowcell.

quant carburanti alternativi

Proseguendo nella carrellata around the world dei mezzi a motore più eccentrici non possiamo certo escludere dalla lista la Carpuccino (fusione tra le parole “car“, automobile in inglese, e “cappuccino”), un’automobile ricavata proprio da un prototipo della Wolkswagen (ironia della sorte) del 1988. Praticamente una cariatide, ma rimodernizzata con un motore che sfrutta fondi di caffè per produrre l’idrogeno ed il monossido di carbonio utili a camminare. Unica pecca: per farla funzionare è necessario consumare circa 56 tazzine di caffè ogni 1,6 chilometri. Dedicata alle famiglie assuefatte alla caffeina.

carburanti automobile a caffe

Gli esempi in materia di prototipi sperimentali insomma si sprecano, ma nonostante l’indubbia originalità di invenzioni come la macchina Lego ideata dalla premiata coppia Sammartino & Oaida e l’Algeus della Toyota (una Prius “riconvertita” con un motore ad alghe, per il quale si prospetta però un florido sfruttamento commerciale entro i prossimi decenni al contrario di altre “colleghe”), la medaglia d’oro per il motore più strampalato non può che spettare a quello della moto Toilet Bike Neo, non a caso partorita dal sempre fertilissimo ingegno giapponese.

toilet bike neoCome si potrà evincere dal nome, la “Toilet” utilizza un carburante molto particolare: le feci animali. Tant’è che persino il suo sellino in realtà altro non è che un WC con tanto di tavoletta. Quando il serbatoio sarà a secco insomma, non vi resterà che fare una sosta al ristorante della prima stazione di servizio che troverete lungo la strada; dopo una lauta mangiata, sarete pronti a fare il pieno. Un perfetto esempio di come unire l’utile al dilettevole, condito da quella punta di perversione concettuale “weird” in salsa tipicamente nipponica che conferisce al prototipo in questione, possiamo dirlo, un sapore decisamente unico.

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