Che gli allevamenti di animali rappresentino una considerevole fonte di inquinamento è da diverso tempo cosa ormai nota a scienziati e ricercatori. Uno dei risvolti negativi di questa attività sarebbe rappresentato dalle emissioni di metano, gas prodotto in considerevoli quantità con la digestione degli animali, in particolar modo i ruminanti. Questo processo sarebbe capace di poter contribuire negativamente all’incremento del tanto nefasto effetto serra.
Già in passato diversi studi hanno scoperto le reali dimensioni del fenomeno che una parte del grande pubblico sembra invece continuare ad ignorare. Queste ricerche hanno dimostrato come i processi digestivi dei ruminanti abbiano conseguenze negative sulla qualità dell’aria e sullo smog, in particolar modo per i composti chimici a base di azoto e di ammoniaca da loro inevitabilmente immessi nell’atmosfera.
Anche la stessa FAO si è più volte espressa in merito, quantificando l’emissione annuale di tali gas in 90 milioni di tonnellate; con una popolazione di un miliardo e mezzo di bovini, le emissioni di “gas agricolo” potrebbero aumentare del 60% entro il 2030.
Per ovviare almeno parzialmente a questo inconveniente, sarebbe opportuno modificare la dieta dei ruminanti. A questa conclusione sono giunti alcuni ricercatori danesi dell’Università di Aarhus, convinti di poter diminuire le emissioni bovine di metano creando un’erba che risulti a loro più digeribile. In questo progetto per il quale sono previsti investimenti per oltre due milioni di dollari, i ricercatori saranno affiancati dai tecnici della DLF, azienda danese leader nella fornitura di sementi a livello internazionale.
Secondo quanto riportato dal quotidiano “The Guardian”, per creare la “super erba” sarebbe necessario agire sul dna dei vegetali; i primi risultati degli studi dell’équipe danese sono attesi per il 2024.
“Si tratta semplicemente di creare una dieta migliore per le mucche“, ha avuto modo di spiegare Torben Asp, uno dei supervisori del progetto. Ma non sarebbe l’unico risvolto positivo inseguito dai ricercatori. Il prof. Asp ha infatti avuto modo di aggiungere come una migliore digestione si tradurrà anche in una maggiore produzione di latte.