Emergenza Mare: scatta l’allarme inquinamento dal Lazio alla Calabria.

I report di Legambiente parlano chiaro: in Calabria su ventiquattro punti monitorati diciotto risultano con valori di cariche batteriche superiori al doppio del limite previsto dalla legge. Analoga situazione in Lazio: sedici su ventitre.

Emergenza Mare: scatta l’allarme inquinamento dal Lazio alla Calabria.

Malfunzionamento dei depuratori, scarichi a mare e foci inquinate continuano a contaminare le coste italiane. Una situazione ormai nota. A nulla sono serviti gli appelli dello scorso anno di Legambiente. E oggi il report di Goletta Verde parla chiaro: ”fuorilegge” il 75% dei prelievi effettuati in Lazio, stessa situazione in Sicilia.

L’equipe tecnica della campagna per la salavaguardia del mare promossa da Legambiente ha infatti evidenziato che in Sicilia ben diciotto su ventiquattro punti monitorati presentano cariche batteriche elevate, più del doppio dei limiti imposti dalla normativa. In provincia di Reggio Calabria su sei prelievi efettuati quattro sono stati giudicati ”fortemente” inquinati. Parte dei campionamenti sono stati eseguiti alla foce del torrente Menga e presso lo scarico del lido comunale di Reggio (che nonostante il divieto ”temporaneo” di balneazione è altamente frequentato da bagnanti).

Nel Crotonese la situazione non  migliora, due su quattro risultano inquinati: alla foce del fiume Esaro e in prossimità del canale sulla spiaggia a destra del Castello a Isola di Capo Rizzuto. In provincia di Catanzaro ha dato esito positivo soltanto il campionamento eseguito alla spiaggia di Caminia a Stallettì. Fortemente inquinato la foce del fiume Fiumarella a Catanzaro Lido e il torrente Zinnavo a Lamezia Terme.
A Vibo Valentia tra i punti giudicati ”fuorilegge” compaiono tra i tanti la foce del torrente Britto a Marina di Nicotera e la foce del fiume Sant’Anna a Vibo.

L’esito dei monitoraggi lungo i 329 km di litorale laziale è inquietante: il 75% presenta una concentrazione altissima di inquinamento microbiologico. Le analisi effettuate hanno evidenziato la presenza di scarichi non depurati con presenze di valori di escherichia coli e enterococchi intestinali ben al di sopra del limite consentito dalla normativa. Il primo sito ad essere stato giudicato fortemente inquinato è quello nel comune di Santa Marinella, Seguono Marina di Cerveteri, Ladispoli, Roma-Ostia (foce del fiume Tevere), Torvajanica  e Ardea.

Compaiono anche nuovi siti rispetto ai report degli scorsi anni, Anzio presso Lido dei Gigli e Nettuno presso l’affollatissima spiaggia nei pressi della foce del fosso Loricina. A Viterbo solo un sito risulta contaminato nei pressi del lido di Tarquinia. In provincia di Latina su 9 campioni 5 presentano alte cariche batteriche. Da San Felice a Circeo, Gaeta fino a Marina di Minturno, Terracina e a Fondi.

Non è stato fatto alcun passo rispetto all’anno scorso e la situazione è addirittura peggiorata. E’ indispensabile che la Regione e le amministrazioni comunali si attivino immediatamente per risolvere questo grave deficit depurativo e non compromettere ulteriormente la stagione estiva e la salute dei bagnanti e dell’intero ecosistema marino.

Le cause da tempo si conoscono e sono da attribuirsi agli scarichi dei siti industriali (presenti in gran numero su queste coste), agli impianti di depurazione malfunzionanti, al cattivo smaltimento degli oli esausti. Non poche, infatti, le segnalazioni di bagnanti relative a chiazze sospette che si creano sull’acqua in particolari ore della giornata. Quanto tempo bisognerà aspettare affinchè siano fatti controlli sulla provenienza di queste criticità? Vale così poco la nostra salute?

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