Coca Cola, Pepsi e Danone prosciugano le risorse idriche del Messico

Il Messico sta subendo un impoverimento delle proprie risorse idriche a causa dell’eccessivo sfruttamento delle falde acquifere da parte di multinazionali come Coca Cola, Pepsi e Danone.

Coca Cola, Pepsi e Danone prosciugano le risorse idriche del Messico

Leo Heller – relatore speciale dell’ONU sul diritto umano all’acqua potabile e all’igiene – ha recentemente presentato un rapporto frutto della stretta collaborazione tra 101 organizzazioni umanitarie internazionali. Grazie al lavoro congiunto di questi enti si è arrivati ad ottenere un quadro di quella che è la situazione delle risorse idriche del Messico.

Stando a quanto riportato in questo dossier, Coca Cola, Pepsi e Danone starebbero letteralmente prosciugando il paese del Centro America. Grazie alle speciali concessioni a loro riconosciute, le suddette multinazionali starebbero sfruttando le falde acquifere messicane ad un ritmo tanto impressionante quanto insostenibile.

Il mancato controllo di queste concessioni ha provocato una serie di ripercussioni non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico. Le tre società sono infatti arrivate a detenere l’82% del mercato in termini di vendite totali del settore, ma nonostante ciò le tasse che versano continuano ad essere alquanto irrisorie.

A tal fine è sufficiente prendere in esame la posizione della Coca Cola. La multinazionale di Atlanta paga 2 mila e 600 pesos per ognuna delle 46 concessioni in essere per il prelievo delle acque, ben poca cosa se confrontata con gli oltre 32 miliardi di pesos di guadagni registrati nel corso del 2007.

Ma ad aggravare il depauperamento idrico troviamo anche l’industria mineraria del paese. Nel solo 2014 l’acqua sfruttata nel settore avrebbe permesso di far fronte alle esigenze idriche annuali di 4 dei 31 stati federati messicani.

Il rapporto conclude lanciando un grido di allarme: quello messicano è un prosciugamento senza precedenti che calpesta qualsiasi tipo di diritto umano all’acqua potabile.

Continua a leggere su Fidelity News