Ciclismo: sanzioni asprissime per il ‘doping tecnologico’

Nonostante si tenti di negare l'evidenza, il 'doping tecnologico' sta prendendo sempre più piede nel ciclismo mondiale. La Uci prova ad arginarlo inasprendo le sanzioni

Ciclismo: sanzioni asprissime per il ‘doping tecnologico’

Tutti gli appassionati di ciclismo ricorderanno due episodi clamorosi: uno per l’episodio in sé, l’altro per l’importanza del protagonista coinvolto. Parliamo di ‘doping tecnologico’, ancora non totalmente riconosciuto dalle autorità del ciclismo, almeno fino ad oggi. Di cosa parliamo? Dei motorini all’interno delle biciclette che, inutile dirlo, falsano la gara in una maniera clamorosa. I due episodi a cui ci riferivamo prima sono i seguenti: il primo, il più clamoroso di tutti, è quello che riguarda il canadese Ryder Hesjedal, che nella settima tappa della Vuelta cade e la sua bici comincia a girare vorticosamente su se stessa; impossibile negare che c’è qualcosa che non va in quelle scene, facilmente scovabili anche su Youtube. Il secondo, su cui qualcuno ha ancora dubbi, è quello che riguarda il famoso ciclista svizzero Fabian Cancellara, che nel 2010 nel Giro delle Fiandre si rese protagonista di un allungo tanto clamoroso quanto innaturale su Boonen: anche qui, dando un’occhiata alle immagini su Youtube, si nota qualcosa che non va.

Ebbene, nonostante ci si ostini ancora a pensare che si tratti di ‘favole’ secondo alcuni, l’Uci, il massimo organismo mondiale del ciclismo, sotto spinta della Circ (Commissione indipendente di riforma del ciclismo) ha modificato il regolamento. Nella parte 12, quella denominata “Disciplina e procedure”, ha introdotto un nuovo paragrafo, il 12.1.013.bis, denominato “Frode tecnologica”. Per il corridore, le sanzioni vanno dall’esclusione dall’ordine d’arrivo alla squalifica per un periodo minimo di 6 mesi, oltre ad una multa che va dai 19.265 euro ai 192.230 euro. Ben più severe, invece, le pene pecuniarie per i team: multe da 96.135 euro a 963.160 euro. Abbandonati i troppo costosi scanner, utilizzati finora per scovare il motore nella bicicletta, ora si farà ricorso alle sonde. Voci di corridoio, però – si agisce ancora nell’ombra, è una novità -, affermerebbero che in realtà non sono così facilmente scovabili, anche perché, ovviamente, i motorini non vengono installati nelle bici che arrivano al traguardo. Fatto sta che, all’inizio di una nuova lotta per il ciclismo mondiale, il regolamento è già stato aggiornato, con multe salatissime. Basterà?

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